Adozione e Scuola

martedì 7 febbraio 2012

Una carta d'intenti per la scuola

Le partecipanti al corso di formazione "Alunni adottati in classe", in corso di svolgimento a Genova, hanno elaborato i due documenti che trovate qui sotto.
Si tratta di una "carta d'intenti" in due versioni (la prima per la scuola d'infanzia e primaria, la seconda per la secondaria di 1° e 2° grado) che elenca le "attenzioni" che le scuole sensibili alle realtà dell'adozione e dell'affido dovrebbero mettere in atto - a parere di chi ha steso il documento - nei confronti dei loro alunni e delle loro famiglie.
La "carta d'intenti" è stata elaborata da un gruppo misto di insegnanti, genitori adottivi, operatori che a diverso titolo si occupano di adozione. Grazie a questa pluralità di prospettive, pensiamo di essere riuscite a integrare ed esprimere i punti di vista e i bisogni dei diversi soggetti, pur restando all'interno dei vincoli di fattibilità consentiti dalle norme e dalle routines della scuola.
E' nostra intenzione far conoscere la carta d'intenti alle istituzioni scolastiche, in primo luogo a quelle della nostra regione, per vedere quante sono disponibili e pronte a farle proprie, oppure a usarle come traccia per elaborare propri protocolli, che coniughino l'attenzione alle problematiche dell'adozione con lo stile educativo di quella singola scuola scuola.
Non puntiamo infatti all'omologazione dei comportamenti degli insegnanti a partire da documenti calati dall'alto (vedi anche il dibattito sull'argomento che si è sviluppato nei mesi scorsi in questa lista e che trovate a questo link
http://www.webalice.it/livia.botta/adozione/Linee_guida.pdf). Il nostro scopo, attraverso la proposta della carta d'intenti, è piuttosto quello di sensibilizzare le scuole e stimolare la loro riflessione sulla problematica, per favorire cambiamenti che partano dal basso.
Ci piacerebbe poi riuscire ad avere un riscontro dalle scuole, per portarlo a
conoscenza degli insegnanti e delle famiglie attraverso il nostro sito www.adozionescuola.it: Quante/quali scuole hanno fatto propria la carta d'intenti? Quante/quali ne hanno stilato una propria? Con quali contenuti?
Ci interessa un parere di chi segue questo blog sui due documenti: consensi, perplessità, sottolineature, proposte…
Se ne scaturirà un dibattito ricco, i contenuti più interessanti potrebbero andare a costituire un dossier a completamento del documento che invieremo alle scuole, per offrir loro una panoramica più completa dei diversi bisogni e sensibilità.


1 - CARTA D’INTENTI PER SCUOLE DELL’INFANZIA E PRIMARIE

La scuola xxx
consapevole che la presenza di alunni adottati o in affido familiare è un dato strutturale che riguarda l’intero sistema scolastico
s’impegna a:

• curare la sensibilizzazione dei docenti alle problematiche dell’adozione e dell’affido familiare, promuovendo appositi momenti formativi e/o segnalando le proposte provenienti da agenzie esterne;
• istituire la figura di un docente referente (o componente di una commissione specifica: accoglienza, integrazione, ecc.), con competenze sulle problematiche dell’adozione, che si faccia carico di:
 promuovere e facilitare i contatti scuola-famiglia, offrendo nella fase di prima accoglienza un servizio informativo completo sulla scuola (POF, struttura scolastica, conoscenza di alcuni docenti e del mediatore linguistico-interculturale);
 organizzare e gestire, al momento dell’iscrizione, un colloquio conoscitivo con i genitori, senza forzature, riguardante paese di provenienza del bambino, percorso scolastico pregresso, livello di conoscenza della lingua italiana, caratteristiche della personalità e predisposizioni;
 supportare i docenti della classe nella realizzazione di eventuali percorsi didattici personalizzati;
 essere interlocutore nel rapporto con i soggetti (servizi, enti, associazioni) che si occupano di adozione e affido sul territorio;
 monitorare l’andamento dell’inserimento e del percorso formativo durante l’anno;
 curare il passaggio d’informazioni sull’alunno tra i diversi gradi di scuola;
 avere una chiara conoscenza di chi e quanti sono gli alunni adottati o in affido presenti a scuola.

I docenti, consapevoli che le differenze sono una risorsa e che l’inclusione va sostenuta, s’impegnano a:
• proporre attività per sensibilizzare le classi all’accoglienza e alla valorizzazione di ogni individualità;
• facilitare la comunicazione con un ascolto attivo e creare un buon clima di classe in cui ciascun bambino possa sentirsi a proprio agio;
• ampliare in entrambi gli ordini di scuola l’area del gioco e dell’espressione corporea per favorire processi di socializzazione ed espressività;
• fare attenzione nella scelta dei libri di testo e delle letture (narrativa, fiabe tradizionali e moderne, ecc.) al modello di famiglia veicolato e al linguaggio utilizzato;
• creare occasioni, alla portata dei piccoli discenti e con le opportune mediazioni didattiche, per parlare delle diverse tipologie di famiglia esistenti nella società odierna, riferendosi a un concetto di famiglia come legame affettivo e relazionale;
• favorire la partecipazione a laboratori a classi aperte, con regole “morbide” e uso flessibile degli spazi.

Nei confronti degli alunni adottati o in affido presenti in classe, gli insegnanti s’ impegnano a:
• iniziare da subito la collaborazione con la famiglia, mantenendola nel tempo e mostrando disponibilità per colloqui non rigidamente cadenzati dal calendario scolastico, per conoscere a fondo la situazione del bambino, senza forzature e atteggiamenti invadenti e, in itinere, per definire e aggiustare il percorso formativo;
• mantenere in classe un atteggiamento equilibrato, evitando sia di sovraesporre gli alunni adottati o in affido (con attenzioni eccessive, richieste dirette di parlare della loro storia, ecc.), sia di dimenticarne la specificità (proponendo attività e argomenti che implicitamente li escludano);
• creare occasioni in cui gli alunni adottati o in affido si sentano inclusi e, se lo desiderano, possano parlare di sé e della propria cultura d’origine o rappresentare la propria storia attraverso il disegno o altre attività espressive, anche con l’aiuto dei mediatori linguistico-interculturali e/o dei genitori;
• affrontare in modo diverso dal consueto la prima costruzione dei concetti temporali, evitando di proporre attività quali la prima foto, il certificato di nascita, l’albero genealogico, da sostituire con proposte che raggiungano gli stessi obiettivi rispettando e valorizzando la storia personale di ciascuno;
• se necessario, predisporre percorsi didattici personalizzati calibrati sulle esigenze di apprendimento degli alunni, nei limiti di quanto previsto dalla normativa.

Per il primo inserimento e l’accoglienza nella scuola dell’infanzia e primaria di bambini/e adottati/e internazionalmente, la scuola si impegna a:
• valutare attentamente il percorso scolastico pregresso e le informazioni fornite dai genitori per individuare la classe di frequenza appropriata, prendendo a riferimento le indicazioni della cm 24/06;
• prestare attenzione, nella scelta della classe, a evitare la concentrazione di specificità diverse e particolarmente problematiche;
• consentire inserimenti non immediati e/o una riduzione iniziale dell’orario scolastico per privilegiare il consolidamento dei legami familiari;
• dare al bambino la possibilità di familiarizzare con il nuovo ambiente tramite visite alla scuola e incontri con compagni e insegnanti in momenti preliminari all’effettiva frequenza;
• ricorrere ai mediatori linguistico-interculturali per conoscere il contesto linguistico, culturale, scolastico, i modelli educativi, le modalità di comportamento e relazionali del paese d’origine del bambino, le criticità che potrebbero presentarsi nel nuovo contesto, oltre che per facilitare linguisticamente l’inserimento se necessario;
• predisporre percorsi didattici personalizzati calibrati sulle esigenze di apprendimento degli alunni, nei limiti di quanto previsto dalla normativa (dpr 275/99, dl 59/04, cm 24/06);
• garantire azioni di insegnamento intensivo utili a promuovere una buona competenza dell’italiano come lingua di studio;
• monitorare, riconoscere esplicitamente e gratificare i progressi nell’apprendimento e le competenze possedute o acquisite;
• collaborare con i servizi che seguono la famiglia nel post-adozione (legge 476/98), in particolar modo nei casi più complessi.


2 - CARTA D’INTENTI PER SCUOLE SECONDARIE DI 1° E 2° GRADO

La scuola xxx
consapevole che la presenza di alunni adottati o in affido familiare è un dato strutturale che riguarda l’intero sistema scolastico
s’ impegna a:

• curare la sensibilizzazione dei docenti alle problematiche dell’adozionene dell’affido familiare, promuovendo appositi momenti formativi e/o segnalando tempestivamente le proposte provenienti da agenzie esterne;
• istituire la figura di un docente referente, che
 abbia conoscenza di chi e quanti sono gli alunni adottati o in affido presenti a scuola;
 conosca e tenga i contatti con i soggetti (istituzioni, servizi socio-sanitari, agenzie educative, mediatori linguistici-interculturali, ecc.) che a diverso titolo si occupano di adozione e affido sul territorio;
 faccia da tramite se necessario tra famiglie e consigli di classe;
 supporti i docenti che hanno alunni adottati o in affido nelle loro classi segnalando le risorse disponibili (materiali didattici, opportunità di formazione e/o di consulenza, ecc.);
 curi il passaggio di informazioni sull’alunno tra i diversi gradi di scuola.

I docenti, indipendentemente dalla presenza o meno di alunni adottati o in affido nelle loro classi, s’impegnano a:
• fare attenzione, nella scelta dei libri di testo, ai modelli di famiglia presentati e al linguaggio utilizzato, scegliendo i testi più aperti ai diversi modi di “fare famiglia” e al pluralismo culturale di oggi;
• prestare attenzione, nella scelta delle letture e degli argomenti di studio, alle situazioni familiari degli alunni, evitando proposte che potrebbero mettere a disagio o escludere implicitamente qualcuno;
• proporre attività per sensibilizzare le classi all’accoglienza, alla valorizzazione delle diversità, all’inclusione;
• proporre argomenti di studio (a carattere linguistico, storico, sociale, geografico, giuridico, economico) che facciano riferimento ai diversi modelli familiari presenti nella società odierna, alle forme di interdipendenza e mobilità delle persone a livello mondiale, alla convivenza e ibridazione delle culture.

Nei confronti degli alunni adottati o in affido presenti in classe, gli insegnanti si impegnano a:
• mantenere un atteggiamento equilibrato, evitando sia di sovraesporli (con attenzioni eccessive, richieste dirette di parlare della loro storia, ecc.), sia di dimenticare la loro specificità (proponendo attività e argomenti che implicitamente li escludano);
• creare occasioni in cui si sentano inclusi e, se lo desiderano, possano parlare di sé (ad es. riferendosi al concetto di famiglia come legame affettivo e relazionale; stimolando la scrittura autobiografica; sottolineando le pluriappartenenze culturali che caratterizzano la nostra società, ecc.), anche con l’aiuto dei mediatori linguistici-interculturali e con progetti mirati;
• sostenere il loro senso di appartenenza alla classe e lo sviluppo dell’autostima, utilizzando rinforzi positivi;
• mantenere una stretta collaborazione con la famiglia per la definizione e il monitoraggio del percorso formativo;
• se necessario, introdurre elementi di flessibilità e personalizzazione nel piano educativo, nei limiti di quanto consentito dalla normativa vigente e curando la trasmissione delle informazioni al ciclo di studi successivo.

Nel caso di primo inserimento nella scuola secondaria di ragazzi adottati internazionalmente, la scuola si impegna a:
• preparare l’inserimento tramite contatti preventivi con la famiglia, per raccogliere informazioni sulla scolarità pregressa e sugli aspetti personali che i genitori ritengono utili a una comprensione dei comportamenti del figlio e al buon inserimento scolastico;
• ricorrere ai mediatori linguistici-interculturali per conoscere il contesto linguistico, culturale, scolastico, i modelli educativi, le modalità di comportamento e relazionali del paese d’origine dell’alunno, le criticità che potrebbero presentarsi nel nuovo contesto, oltre che per facilitare linguisticamente l’inserimento se necessario;
• valutare attentamente il percorso scolastico pregresso e le informazioni fornite dai genitori per individuare la classe di frequenza appropriata, prendendo a riferimento le indicazioni della cm 24/06;
• prestare attenzione, nella scelta della classe, a evitare la concentrazione di specificità diverse e particolarmente problematiche;
• consentire inserimenti non immediati e/o una riduzione iniziale dell’orario scolastico per privilegiare il consolidamento dei legami familiari;
• dare all’alunno la possibilità di familiarizzare con il nuovo ambiente tramite visite alla scuola e incontri con compagni e insegnanti in momenti preliminari all’effettiva frequenza;
• garantire azioni di insegnamento intensivo utili a promuovere una buona competenza dell’italiano come lingua di studio;
• nel caso di alunni con una carente scolarizzazione pregressa, predisporre un contratto di corresponsabilità tra famiglia, alunno e scuola, da verificare periodicamente, per guidare il graduale processo di adeguamento alle routines scolastiche;
• predisporre percorsi didattici personalizzati calibrati sulle esigenze di apprendimento degli alunni, nei limiti di quanto previsto dalla normativa vigente (dpr 275/99, dl 59/04, cm 24/06);
• monitorare, riconoscere esplicitamente e gratificare i progressi nell’apprendimento e le competenze possedute o acquisite;
• collaborare con i servizi che seguono la famiglia nel post-adozione (legge 476/98), in particolar modo nei casi più complessi.

Livia Botta
www.liviabotta.it
www.adozionescuola.it

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